martedì 31 gennaio 2017

eccoci!

Vi farò sperimentare un tipo di respirazione cui i più non sono abituati, ben consapevoli che come dice il dott. Weill «il respiro non adeguato è causa diffusa di malattie»; vi insegnerò qualche barbatrucco per difenderci dalle malattie da raffreddamento, ed anche vi darò qualche informazione sulla respirazione cellulare mitocondriale. Ho preparato un paio di suoni tibetani di guarigione e un mantra.
http://slideplayer.it/slide/963686/
Contemporaneamente alla mia presentazione ci sarà la possibilità di sperimentare il bagno sonoro delle Campane tibetane
e subito dopo insieme parteciperemo alla presentazione coinvolgente di Alessandro Hawk, il Falco vocal coach!

lunedì 16 gennaio 2017

Sta arrivando il Transformation Festival


il 1º, 2 e 3 febbraio presso la libreria
Mondadori Pinerolo p.za Barbieri 12 (ore 17,30-19,30)
si terrà il Transformation Festival 
liberamente ispirato all’omonimo Festival tenutosi in ottobre a New York 2016 e prima ancora, in giugno a Copenhagen.
Sarà un’occasione per conoscere le molte sfaccettature di sé attraverso il contributo di esperti della cura e della relazione d’aiuto, terapeuti olistici, operatori del benessere e professionisti della salute:
1) Valentina Sanna e Carlo Gibello, Counseling a mediazione corporea: bodywork e abbraccio; 2) Irene Mazzini, Mandala evolutivo ©; 3) Patrick Brugnone, Arpaterapia; 4) Tiziana Pitarresi, Reiki; 5) Serena Maccari, Rimedi naturali; 6) Assunta Bianciotto, Incontro con-tatto, massaggio familiare; 7) Angelica Pons, Libera la voce: Voice&breath therapy; 8) Alessandro Falco, Vocal coaching: Il suono dell’anima; 9) Silvia Morello, Yoga; 10) Ezio Bertone, Biodanza; 11) Marco Gibello, Yoga della risata; 12) Isabella Cambiganu, Suono dei cristalli; 13) Paola Molino Chiri, Salotto emozionale con gli animali; 14) Annalisa Zini, Campane tibetane; 15) Paolo Lantelme, Tai Chi; 16) Maurizio De Meo, Shiatzu; 17) Margherita Toscano / Raffaella Corso, Psicoterapia: La presenza nell’incontro / La metafora,
Programma: 1-2 febbraio: brevi presentazioni in contemporanea all’esterno della libreria, nel dehors sovrastante, nello spazio antecedente il proiettore e nella sala di proiezione.
3 febbraio: oltre alle presentazioni, dibattito in sala di proiezione:
“Dalla cura della malattia alla cura della persona”.
Ospiti: Enrica Pazé, dott. Oncologia; Giuliano Chiri, dott. Osteopatia; Umberto Trogu, neuroscienziato; testimonial Marisa Reinaudo e Mauro Beccaria.
Ingresso aperto a tutti e gratuito.

lunedì 9 gennaio 2017

«Abbiamo un terrorista nel cervello» (dott. J.M. Dupuis).

«Abbiamo un terrorista nel cervello» (dott. J.M. Dupuis). 
E' un pensiero invadente che ci spinge a rimuginare e ci manda in loop.
Tutti ci siamo passati. Non ne sono affatto esente pure io!
Possiamo metterlo a tacere stancandolo, facendo sport faticosi, mettendo la musica a palla, dedicandoci alla follia ad un lavoro (workaolismo, pari all'alcoolismo), oppure possiamo stonarlo con mezzi meno legali. Ma si può anche fare diversamente.
Secondo lo psicanalista Christophe André: «Rimuginare è focalizzare in maniera ripetuta, circolare, sterile su cause, significati e conseguenze del nostro problema». Si pensa di riflettere, invece ci si rincretinisce. Scusate la franchezza. Il rimuginare amplifica il problema e la sofferenza e non se ne esce. Per giunta inizia sottili pessime abitudini di cui si diventa succubi, che provocano pensieri automatici (J. Van Rillaer) o immagini (C. Gibello), e anche insonnia.
Quindi?
  1. Respirare, in modo circolare e consapevole. Respirare profondamente libera già la mente.
  2. Vedere il pensieri fissi, riconoscerli.
  3. Controllarli.  Lo psicologo americano T. D. Borkovec consiglia di dedicare 30' al giorno a quel pensiero che ci fa impazzire. E poi basta. Fare altro. Rimandare al giorno dopo.
  4. Dedicare uno spazio al giorno alla meditazione guidata (ci sono frotte di insegnanti più bravi di me e strumenti alla portata di tutti). 
  5. Agire: vedi l'esempio dell'autista dello scuolabus che è martellato dai ragazzini chiassosi ma tiene il mezzo e non perde la strada.
  6. Cantare.... eh sì.. cantare libera, non sapete quanto!
Allora usciamo dal gelo e dai meccanismi autogenerati.
angelica1212.oneminutesite.it

lunedì 2 gennaio 2017

Quanti abbracci!

In questi giorni ho incontrato parenti, amici/amiche ed allievi/e.
Ho constatato che «ogni relazione è unica» (Ed Tronick).
Perché? ogni persona è unica ed insostituibile!
La sua unicità è formata da tanti diversi elementi ma il primo e più importante è la conoscenza reciproca di come siamo in grado di stare insieme a prescindere dal contenuto degli errori che possono avvenire negli scambi… penso alle idealizzazioni, scorciatoie che creano relazioni fasulle, e producono danni. Ma questa è un'altra storia.
Alcune poi sono vere relazioni, altre sono semplici interazioni, in superficie, che non ci mettono in gioco. Anche questa è un'altra storia.
Le relazioni curano.


La storia condivisa, gli affetti e le emozioni sperimentati insieme danno spessore diverso alle relazioni.
Eppure anche in presenza di grande intensità a volte relazioni restano legate al passato e non evolvono. Altre, invece, che hanno viaggiato su binari paralleli per anni senza esser scese nella stessa "stazione", quando si ritrovano le anime si riconoscono, si apprezzano e gioioscono.
Per evolvere, per migliorare, occorre mettersi costantemente alla prova.
Una faticaccia! però funziona. A volte è una gioia, a volte è dolorosamente difficile.
Non cambiamo da soli e la reciproca influenza delle relazioni positive della nostra vita, sostiene la crescita e la trasformazione in quelle relazioni che per noi sono importanti.
Così la mia esperienza di insegnante e di terapeuta della voce mi sta trasformando grazie alle persone con cui sono in relazione. Che bello! vi sono così grata!
Siamo in trasformazione. Reciprocamente!
Il cambiamento non è solo un processo personale. Necessita di input e news, di novità e dell’interazione reciproca di tutte le nostre relazioni, per poterci permettere di diventare chi siamo veramente.
«Tanto più abbiamo esperienza di buone relazioni, tanto più impariamo, nel corso di tutta la nostra vita, nuove modalità relazionali e nuovi e diversi movimenti relazionali, che possono permetterci di avere una direzione più salutare nelle relazioni significative della nostra vita» (N. Cinotti).
Mi accorgo di cambiare.
Le relazioni cambiano con me.
L'elasticità e la condivisione in esse fanno sì che siano durevoli oppure ancorate al passato, fino a perdersi per il troppo divario tra come siamo davvero e come siamo percepiti.
Trasformando, cambia la nostra vibrazione, la lunghezza d'onda. Così si cambia la sintonizzazione ed alcuni ci capiscono ed altri no, e viceversa noi comprendiamo altri mentre altri ancora non so che cosa mi stanno dicendo... (cit. Andrea).
Alcune relazioni sono archivio storico di noi stessi ed è importante.
Altre sono le testimonianze dei nostri cambiamenti.
Mio marito è uno dei miei testimoni preferiti: Grazie Mauro!
angelica1212.oneminutesite.it