Vi racconto una storia fantastica.
C'era una volta Prometeo, un titano, ossia uno dei figli di Urano e Gea, il cui nome vuole dire "colui che prima pensa". Questi, spinto dal desiderio di rendere gli uomini indipendenti dagli Dei e più coscienti di se stessi, ruba con l’inganno il fuoco a Zeus per donarlo agli uomini. Zeus punisce Prometeo incatenandolo ad uno scoglio e facendogli divorare il fegato da un aquila di giorno, mentre di notte ricresce, così che l'aquila se ne possa cibare anche il giorno seguente (mmh).

La mitologia è come un bellissimo codice di saggezza. «Essa nasce dall’uomo ed è scritta dall’uomo, per favorire l’evoluzione e il miglioramento della vita dello stesso» (cit).
Dentro ciascuno di noi custodiamo un vaso come quello di Pandora, dentro cui sono nascosti - perché non ci piacciono e ce ne vergognamo - i dolori e le ferite di queste ed altre vite, con le incomprensioni, i peccati, i vizi, gli errori, come li vogliamo chiamare.
Al contrario del mito sarebbe opportuno aprirlo, ma non da soli: aprirlo con una guida, un poco per volta, sanando, conoscendo, imparando, ripulendo. Trasformando.
Perché sennò si aprirà da solo, forzatamente spinto da una crisi. E allora… boooooommmmmm
Questo mi pare possa essere il significato di una crisi. Se non lo affrontiamo e risolviamo ritornerà ancora e ancora e ancora. Se invece impariamo, faremo un passo avanti nella nostra crescita.
Ho trovato come: con le istruzioni! Facili, non semplici.
Grazie alla http://www.scuolalacommedia.it/
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