Mi sento viva quando mi lavo la faccia con l’acqua fresca alla mattina. Mi sento viva quando sento dentro che ho fatto una cosa buona. Mi sale l’energia. C’è chi per sentirsi vivo fa esperienze estreme: è soggettivo.
Mi
sento viva quando sento la connessione con me dentro.
E’
più facile quando è un’esperienza sensoriale. Quando percepisco qualcosa di
forte, di bello, di nuovo. Mi sembra che Qualcuno di superiore mi dica sono qui, sono lì. Questo
l’ho messo per te. Questo te lo suggerisco ora. Ho perso il sentiero? E mi
passa vicino una farfalla. Sono disattenta? Mi sfiora un raggio di luce. Sono
triste? Sento il fischio di un merlo. Mi sento sola? Sento un profumo nuovo.
Sono in crisi e non so come fare? Il mio corpo mi dice con una fitta qui di
alzarmi o con un pervadermi di dolcezza: «tutto ok». Sono intimi risvegli.
Il
più delle volte siamo sovrappensiero, ci sono invece momenti in cui i sensi si
affinano, con la certezza di trovarsi al momento giusto e al posto giusto.
Questi
attimi si ricordano con facilità, perché i sensi sono acuiti e c’è attenzione
ed ascolto di sé. Siamo davvero nel nostro corpo, invece di essere persi nei
nostri pensieri.
Quando
accadono questi risvegli, non importa se sono in cima a un monte o in mezzo al
traffico: anche la minima quotidianità ed ordinarietà acquista valore.
Che
io sia in un posto lontano o dietro casa, il mondo è degno della mia viva
attenzione.
Alla
consapevolezza ci si può allenare, perché ci si può allenare alla vita.
E’
un’esperienza in prima persona essere qui e ora.
Non
cambiano le circostanze della vita, cambia il modo di sperimentarle. Forse sono
io che le vivo diversamente e le cambio.