martedì 20 settembre 2016

Quando mi sento viva...


Mi sento viva quando mi lavo la faccia con l’acqua fresca alla mattina. Mi sento viva quando sento dentro che ho fatto una cosa buona. Mi sale l’energia. C’è chi per sentirsi vivo fa esperienze estreme: è soggettivo.
Mi sento viva quando sento la connessione con me dentro.
E’ più facile quando è un’esperienza sensoriale. Quando percepisco qualcosa di forte, di bello, di nuovo. Mi sembra che Qualcuno di superiore mi dica sono qui, sono lì. Questo l’ho messo per te. Questo te lo suggerisco ora. Ho perso il sentiero? E mi passa vicino una farfalla. Sono disattenta? Mi sfiora un raggio di luce. Sono triste? Sento il fischio di un merlo. Mi sento sola? Sento un profumo nuovo. Sono in crisi e non so come fare? Il mio corpo mi dice con una fitta qui di alzarmi o con un pervadermi di dolcezza: «tutto ok». Sono intimi risvegli.
Il più delle volte siamo sovrappensiero, ci sono invece momenti in cui i sensi si affinano, con la certezza di trovarsi al momento giusto e al posto giusto.
Questi attimi si ricordano con facilità, perché i sensi sono acuiti e c’è attenzione ed ascolto di sé. Siamo davvero nel nostro corpo, invece di essere persi nei nostri pensieri.
Quando accadono questi risvegli, non importa se sono in cima a un monte o in mezzo al traffico: anche la minima quotidianità ed ordinarietà acquista valore. 
Che io sia in un posto lontano o dietro casa, il mondo è degno della mia viva attenzione.
Alla consapevolezza ci si può allenare, perché ci si può allenare alla vita.
E’ un’esperienza in prima persona essere qui e ora.
Non cambiano le circostanze della vita, cambia il modo di sperimentarle. Forse sono io che le vivo diversamente e le cambio.

lunedì 12 settembre 2016

Cammino, respiro e mi sento viva

(Foto Mauro Beccaria; trail pre-incaico presso Sucre, Bolivia)
Nessuno ci insegna a respirare. La vita comincia con la 1ª inspirazione quando il cordone ombelicale è reciso, l’aria entra nei polmoni e fa male: già si inizia a trattenere il respiro, creando blocchi.
La potenzialità respiratoria è utilizzata dai più solo al 25/30%: rieducarci fa bene.
Il primo passo: camminare, perché svuota la mente e lascia andare il respiro, e il passo svelto fa venire il "fiatone". Il passo ritmato è di maggiore aiuto, quindi perché non danzare? Tutto a ritmo!
Secondo passo: consapevolizzare, stare attenti all'aria che entra ed esce, facendo uscire tutto e prendendone sempre di più, magari in modo guidato.
Terzo passo: vocalizzare, per sentire con l'udito, con la pelle, con il sangue, con tutto il corpo, il nostro fiato.
Vocalizzare fa uscire anche altro, oltre al fiato. Fa vibrare. Fa emergere emozioni veicolate dal respiro.
«Il respiro è l’elemento necessario alla sopravvivenza biologica, agisce sulla vita mentale, è in grado di armonizzare il corpo la mente e le sensazioni, crea un collegamento tra conscio e inconscio e consente di accedere a stati di coscienza non ordinari, è l’elemento comune a tutti gli esseri umani.
Inspirare significa in origine “spirare in” “soffiare dentro o sopra”, da cui “animare” “dare vita a qualcosa”.L’artista che si ispira infatti “dà vita a qualcosa” che pesca dall’inconscio che infine “crea” “espira” all’esterno di sé. La respirazione non è solo polmonare, ma anche ematica, cellulare e cutanea»
(Nicoletta Cinotti).
Perché parliamo di respirazione anche "cutanea"? proprio perché con la pelle si respira. Le cellule epiteliali sono le stesse del polmone nella fase di vita embrionale. Il respiro crea scambio tra "noi dentro" e "noi fuori". La pelle fa altrettanto. Ed anche la pelle veicola emozioni, si fa rossa, pallida, suda, congela.  Come con il respiro, così anche con la pelle ci difendiamo - è porosa ma non permeabile - e pure comunichiamo.
Vediamoci il 29: faremo due chiacchiere "epiteliali"!
angelica1212.oneminutesite.it

venerdì 9 settembre 2016

29-9: inaugurazione a Pinerolo

Giovedì 29, festa degli Arcangeli, inaugurazione e presentazione dei corsi a Pinerolo, in via Tabona 4: sarà una serata dedicata agli allievi nuovi ed a quelli affezionati, si sperimenteranno alcuni semplici esercizi a corpo libero ed a discipline antiche tibetane e taoiste, per respirare meglio e… riscoprire la sorgente dell'Amore dentro di noi.
La Holistic Voice Therapy, attraverso la respirazione, il movimento del corpo, l’uso della voce e della visualizzazione, aiuta a prendere consapevolezza della propria esperienza interiore, esplorare e trasformare i “blocchi”, sviluppare le proprie capacità espressive, creative e comunicative e promuovere il benessere e l’armonia psico-fisici. (Beatrice Celotti)

Sabato 1º ottobre, (S. Teresa!), terremo insieme ad una cara amica art counselor, la presentazione dei corsi a Torino presso lo spazio olistico Narr.
Per info e prenotazioni: angie_pons@yahoo.it
0121 030336, 349 4464863
angelica1212.oneminutesite.it

lunedì 5 settembre 2016

Il respiro raccoglie e soffia le nostre emozioni

(foto di Tseno Banchev )
 
I nostri impulsi emotivi spesso sono trattenuti, repressi, inibiti, rimossi. Fa parte della crescita gestirli. Non tutto ciò che ci attraversa interiormente può essere liberamente espresso, ma queste soluzioni non sono "sane".
Se vengono adottate abitualmente e senza selezionare, questo provoca il distacco dagli aspetti vitali interiori e addirittura alla separazione da essi. La salute in primis, ma ovviamente il rapporto con noi stessi, la nostra interiorità e le nostre relazioni ed affettività saranno danneggiati.
Ogni comportamento disequilibrante provocherà eccessi. Infatti chi è molto represso spesso ha reazioni incontrollate.

Nella Psiconeuroimmunologia si viene a conoscenza che le emozioni hanno una componente biochimica ben precisa (neuropeptidi e loro recettori); le emozioni sono il contenuto informativo che viene trasmesso nella rete psicosomatica in un processo che coinvolge organi e singole cellule, al pari delle informazioni anche le emozioni coinvolgono il corpo e la mente ed è noto come, ad esempio, gli stati emozionali modificano la frequenza e la profondità del respiro.

Secondo Reich “il segmento toracico” è una regione dello psicosoma altamente influenzata dalle modalità relazionali di ogni individuo; infatti, “protegge ma rischia di soffocare”; «un torace compresso e contratto può allora rimandarci ad uno psicosoma irrigidito, che ha difficoltà a liberarsi dai propri condizionamenti e ha difficoltà ad esprimere fluidamente le proprie emozioni e la propria affettività».

Il nostro respiro comunica i nostri impulsi emotivi.

Attraverso tutto il sistema respiratorio avviene un continuo scambio di informazioni tra l’interno e l’esterno, nell’inspirazione assorbiamo oltre all’ossigeno anche informazioni, vibrazioni, energie esistenti nell’ambiente; così nell’espirazione oltre all'anidride carbonica lasciamo andare informazioni, vibrazioni, energie proprie della nostra individualità, esattamente come nella comunicazione esistono due elementi che si scambiano informazioni.
Il modo di respirare parla di ogni individuo, con un linguaggio non verbale. Come? lo approfondiremo nel prossimo post!


angelica1212.oneminutesite.it


sabato 3 settembre 2016

Giovedì 22 settembre ore 21 nei boschi di Giaveno

Per festeggiare l'equinozio, celebrare i doni della natura e ringraziare, cantare alle stelle, sperimentare tecniche di respiro e vibrazionali, che ci faranno stare bene, prenderemo contatto con le nostre potenzialità attraverso qualche esercizio di rebirthing, innterbreathing e vocalizing, ma soprattutto condivideremo un bel momento, aperto a tutti!
angie_pons@yahoo.it

venerdì 2 settembre 2016

Dimmi come respiri e ti dirò chi sei

Il respiro è un linguaggio analogico. Il nostro respiro dice molto di noi, di come ci sentiamo, di che cosa soffriamo. Quando incontro persone nuove mi scopro a spiare il loro respiro per comprenderle meglio, al di là di ciò che vedo, anzi oltre a ciò che loro stesse sanno di sè.
In alcuni si osserva inibire il respiro o enfatizzarlo; si può osservare una respirazione “alta” polmonare oppure “bassa” addominale; molti respiri brevi, addirittura apnee o sussulti.
Sappiamo tutti che una RESPIRAZIONE REGOLARE esprime calma; SOSPIRARE esprime tristezza, ANSIMARE indica eccitazione, SBUFFARE mostra insofferenza, SBADIGLIARE esprime stanchezza (o fame d'aria), la MANCANZA D’ARIA = sorpresa o paura, mentre il senso di SOFFOCAMENTO è collegato all’angoscia e la TOSSE NERVOSA mostra rifiuto.


La respirazione cosciente e integrata consente di entrare profondamente in contatto con il corpo, con la propria affettività e con le proprie motivazioni profonde attraverso modi di respirare differenti per ritmo e profondità: il terapeuta accompagna il cliente nel respirare meglio, per «riequilibrare alterazioni e sprechi sul piano del metabolismo biochimico di ossigeno e della produzione catabolica di anidride carbonica presenti in condizioni di subventilazione o iperventilazione, così in aumento nella popolazione delle aree metropolitane».
Dopo la temporanea attivazione del respiro e il confronto con le resistenze durante la seduta, la respirazione diventa più libera, calma e profonda, non più accelerata, e si ristabilisce il naturale equilibrio del pH, del sistema di funzionamento neurovegetativo insieme ad una tendenza automatica al rilassamento degli stati di contrattura eccessiva.
«L’ossigenazione e ripolarizzazione delle cellule del corpo mediata da un respiro non più irrigidito e contratto, ma ampio e regolare paragonabile a quello del sonno profondo, riattiva la nostra energia vitale e, attraverso la mobilitazione ed espulsione delle tossine, l’intera “corazza muscolare”, indotta da difficoltà e sovraccarichi emozionali, pian piano si scioglie aprendo la strada al rilassamento profondo e ad una maggiore integrazione mente-corpo». (Luisa Merati)
Respirare in modo più corretto significa fare prevenzione, dedicarsi a sé stessi nel ripristino dello stato di rilassamento, condizione naturale del nostro organismo che consente al corpo di «funzionare in condizioni di massima sincronia psicofisica, favorendo i meccanismi di compensazione, riparazione e infine il processo di guarigione dell’organismo. In aggiunta, un appropriato rilascio fisiologico di endorfine nella condizione di rilassamento incrementa come in un “circolo virtuoso” lo stato di salute e il benessere soggettivamente percepito».
Si facilita così il riposo e il recupero energetico, ed insieme si migliora l'operatività del nostro corpo nello stato di veglia.
Lavorare sul respiro è efficace nell’affrontare i principali disturbi psicosomatici (cefalee tensionali, asma, ipo-ipertensione, quadri sintomatici riconducibili all’iperacidità e a reazioni eccessive del sistema immunitario come nelle allergie respiratorie, ecc.) ma anche stipsi, disturbi del sonno e della sessualità, e nell’attivare meccanismi di autoguarigione, talvolta risolutivi nei casi di attacchi di panico, di ansia e depressioni reattive.

Prossima puntata: Respiro ed emozioni.