martedì 22 dicembre 2015
venerdì 18 dicembre 2015
Empatia = sentire in/con
Ciao amici del team Libera la Voce e quanti seguono il mio piccolo blog.
Oggi vorrei scrivere due righe sull'empatia perché questa parolina che deriva dal greco εμπαθεία "en" +" pathos" ("in", insieme e dentro + "soffrire", e sentire) mi sta facendo arrabbiare.
Non sono empatici quelli che manipolano. Non mi piacciono. Non sono per forza cattivi. Ma sono conoscitori di tecniche che fanno sì che tu faccia quello che vogliono, tecniche ben note anche ai media: provate a sostituire il nome di un prodotto con la parola "amore" e vedete che cosa cambia...
Non sono empatici quelli che dicono "oh come sento su di me quello che provi tu". Forse sentono davvero, ma sono cretini. Ci sono passata, quando ero molto debole, dopo l'esperienza di pre-morte. Se soffro del tuo stesso dolore: oh sì lo capisco ma non ti sono di nessun aiuto.
Non sono empatici quelli che dicono che si mettono nei tuoi panni. Quelli che lo dicono non lo fanno. Quelli che lo fanno sono invadenti.
Lo studioso di estetica dell'800 Robert Visher coniò questo termine intendendo la capacità di percepire la natura esterna come interna, appartenente al nostro stesso corpo. Proietta i sentimenti da noi agli altri e alle cose.
Cito la Treccani: «in psicologia, in generale, la capacità di comprendere lo stato d'animo e la situazione emotiva di un'altra persona, in modo immediato, prevalentemente senza ricorso alla comunicazione verbale».
Capito? la vera empatia non necessita di tante parole. Ma di vicinanza del cuore.
Concretamente. E' il "farsi uno con l'altro".
Cito Chiara Lubich: «Il farsi uno abbraccia tutti gli aspetti della vita ed è la massima espressione dell'amore. Vivendo così si è morti a sé stessi, al proprio io e ad ogni attaccamento spirituale. Si può raggiungere quel nulla di sé cui aspirano le grandi spiritualità e quel vuoto d'amore che si realizza nell'atto di accogliere l'altro. Si dà spazio all'altro, che troverà sempre un posto nel nostro cuore. Farsi uno significa mettersi di fronte a tutti in posizione di imparare, perché si ha da imparare realmente. La pratica di farsi uno con gli altri non è una cosa semplice. Essa richiede il vuoto completo di noi: togliere dalla nostra testa le idee, dal cuore gli affetti, dalla volontà ogni cosa, far tacere persino le ispirazioni, perdere Dio in sé per Dio presente nel fratello per immedesimarci con gli altri. Quando, nei primi tempi del movimento, parlavo con qualche persona che desiderava confidarsi con me, mi esercitavo a lungo - dato che sarebbe venuta subito una certa qual risposta -, a spostare le mie idee, finché lei avesse potuto svuotare in me la piena del suo cuore. E, così facendo, ero convinta che alla fine lo Spirito Santo mi avrebbe suggerito proprio quello che dovevo dire. Perché? Perché dato che, facendo il vuoto, io amavo, egli si manifestava».http://www.cittanuova.it/public/index.php?page=c&id=548
Oggi vorrei scrivere due righe sull'empatia perché questa parolina che deriva dal greco εμπαθεία "en" +" pathos" ("in", insieme e dentro + "soffrire", e sentire) mi sta facendo arrabbiare.
Non sono empatici quelli che manipolano. Non mi piacciono. Non sono per forza cattivi. Ma sono conoscitori di tecniche che fanno sì che tu faccia quello che vogliono, tecniche ben note anche ai media: provate a sostituire il nome di un prodotto con la parola "amore" e vedete che cosa cambia...
Non sono empatici quelli che dicono "oh come sento su di me quello che provi tu". Forse sentono davvero, ma sono cretini. Ci sono passata, quando ero molto debole, dopo l'esperienza di pre-morte. Se soffro del tuo stesso dolore: oh sì lo capisco ma non ti sono di nessun aiuto.
Non sono empatici quelli che dicono che si mettono nei tuoi panni. Quelli che lo dicono non lo fanno. Quelli che lo fanno sono invadenti.
Lo studioso di estetica dell'800 Robert Visher coniò questo termine intendendo la capacità di percepire la natura esterna come interna, appartenente al nostro stesso corpo. Proietta i sentimenti da noi agli altri e alle cose.
Cito la Treccani: «in psicologia, in generale, la capacità di comprendere lo stato d'animo e la situazione emotiva di un'altra persona, in modo immediato, prevalentemente senza ricorso alla comunicazione verbale».
Capito? la vera empatia non necessita di tante parole. Ma di vicinanza del cuore.
Concretamente. E' il "farsi uno con l'altro".
Cito Chiara Lubich: «Il farsi uno abbraccia tutti gli aspetti della vita ed è la massima espressione dell'amore. Vivendo così si è morti a sé stessi, al proprio io e ad ogni attaccamento spirituale. Si può raggiungere quel nulla di sé cui aspirano le grandi spiritualità e quel vuoto d'amore che si realizza nell'atto di accogliere l'altro. Si dà spazio all'altro, che troverà sempre un posto nel nostro cuore. Farsi uno significa mettersi di fronte a tutti in posizione di imparare, perché si ha da imparare realmente. La pratica di farsi uno con gli altri non è una cosa semplice. Essa richiede il vuoto completo di noi: togliere dalla nostra testa le idee, dal cuore gli affetti, dalla volontà ogni cosa, far tacere persino le ispirazioni, perdere Dio in sé per Dio presente nel fratello per immedesimarci con gli altri. Quando, nei primi tempi del movimento, parlavo con qualche persona che desiderava confidarsi con me, mi esercitavo a lungo - dato che sarebbe venuta subito una certa qual risposta -, a spostare le mie idee, finché lei avesse potuto svuotare in me la piena del suo cuore. E, così facendo, ero convinta che alla fine lo Spirito Santo mi avrebbe suggerito proprio quello che dovevo dire. Perché? Perché dato che, facendo il vuoto, io amavo, egli si manifestava».http://www.cittanuova.it/public/index.php?page=c&id=548
giovedì 17 dicembre 2015
lunedì 14 dicembre 2015
venerdì 11 dicembre 2015
l'importanza irrinunciabile dell'ascolto
Domani sera suono, ho un concerto in cui suono con musicisti davvero molto bravi e sono onorata di questo, ho anche ripreso a suonare attivamente... In genere non lo dico perché non lo ritengo un merito né una cosa di cui farsi vanto, ma siccome suono dall'età di 4 anni ho il "La assoluto", ossia ho l'intonazione dentro di me. Sono molto grata di questo dono. Ma come tutti i doni va coltivato. Con l'ascolto. Sento dentro e a volte è una grande fatica perché tutte le note mi parlano. Mio marito di tanto in tanto accende la musica la sera prima di dormire ed io regolarmente lo prego di spegnere sennò la mente mia lavora. Per coltivare di più questo "ascolto" - che fatica, sono pure una tale chiacchierona - domenica vado a lezione. Mi son rimessa in discussione e ho ripreso a studiare, ma una cosa particolare: il "counselling". Nello specifico "il counselling a mediazione corporea". Perché? Per essere migliore, per i miei allievi di canto e come terapeuta della voce. Per me e per la mia famiglia. Ecco la mia scuola. Grazie ai miei nuovi compagni di viaggio, quindi, e specialmente a Carlo Gibello che mi ha accolta!
http://www.scuolalacommedia.it/category/chisiamo/
Aggiungo una nota per le straordinarie volontarie di Svolta Donna, le mie nuove amiche, che offrono ascolto alle donne vittime di violenza.
http://www.svoltadonna.it/
http://www.scuolalacommedia.it/category/chisiamo/
Aggiungo una nota per le straordinarie volontarie di Svolta Donna, le mie nuove amiche, che offrono ascolto alle donne vittime di violenza.
http://www.svoltadonna.it/
giovedì 10 dicembre 2015
il fiore della vita e l'armonia
Una mia cara amica, Selene, tempo fa mi ha regalato questo simbolo fatto nel metallo dal suo compagno, è il fiore della vita, una serie di geometrie del cerchio che si ripetono e simboleggiano una suprema armonia. Mi fa ricordare che tutto coopera al bene. Anche nel nostro corpo tutto è collegato e stiamo bene quando tutto è in armonia.
Questo si ricollega con la riflessione di una nota logopedista che vi metto qui in allegato.
Spesso nell'usare la voce dimentichiamo quanto sia importante la lingua! com'è possibile?
Nei miei seminari insegno alcune smorfiette molto particolari che poi producono enormi vantaggi e la protagonista è proprio la lingua. Perché?
Perché «la lingua condiziona fortemente l'osso ioide che si collega direttamente alla laringe.
La laringe, è a sua volta fortemente influenzata dai movimenti di quest'osso.
L'osso ioide riceve sollecitazioni anche dall'articolazione temporo-mandibolare e dalla colonna cervicale» (Paola Magaldi).
Lingua, laringe, osso ioide, articolazione temporo- mandibolare e colonna cervicale, insieme ad altre strutture, concorrono tutte più o meno direttamente nella produzione della voce.
La bocca, la lingua e le strutture annesse, condizionano la produzione vocale.
Questo riguarda tutti, perché tutti usiamo la voce, oltre a coloro che lo fanno per professione come la sottoscritta.
Quanto è importante quindi la collaborazione tra insegnanti di canto e terapeuti della voce, tra essi - me compresa - ed i medici ed i logopedisti.
Aggiungo infine una cosa mondana: ricordo che sabato 12 sera canterò a Frossasco col mio caro amico Pino e siete tutti invitati! e se vi fate riconoscere vi dedicherò sicuramente una canzone!
Questo si ricollega con la riflessione di una nota logopedista che vi metto qui in allegato.
Spesso nell'usare la voce dimentichiamo quanto sia importante la lingua! com'è possibile?
Nei miei seminari insegno alcune smorfiette molto particolari che poi producono enormi vantaggi e la protagonista è proprio la lingua. Perché?
Perché «la lingua condiziona fortemente l'osso ioide che si collega direttamente alla laringe.
La laringe, è a sua volta fortemente influenzata dai movimenti di quest'osso.
L'osso ioide riceve sollecitazioni anche dall'articolazione temporo-mandibolare e dalla colonna cervicale» (Paola Magaldi).
Lingua, laringe, osso ioide, articolazione temporo- mandibolare e colonna cervicale, insieme ad altre strutture, concorrono tutte più o meno direttamente nella produzione della voce.
La bocca, la lingua e le strutture annesse, condizionano la produzione vocale.
Questo riguarda tutti, perché tutti usiamo la voce, oltre a coloro che lo fanno per professione come la sottoscritta.
Quanto è importante quindi la collaborazione tra insegnanti di canto e terapeuti della voce, tra essi - me compresa - ed i medici ed i logopedisti.
Aggiungo infine una cosa mondana: ricordo che sabato 12 sera canterò a Frossasco col mio caro amico Pino e siete tutti invitati! e se vi fate riconoscere vi dedicherò sicuramente una canzone!
domenica 6 dicembre 2015
venerdì 4 dicembre 2015
Perché i ns seminari iniziano con esercizi con il corpo?
Una delle ragioni - ma non l'unica - è che esiste una relazione stretta tra la postura, la colonna vertebrale, l'uso del diaframma e la produzione fonica, la voce.
Cito una logopedista, Paola Magaldi, per la spiegazione più dettagliata: «Se la porzione posteriore della laringe occupa il tratto compreso tra la 4ª e la 6ª vertebra cervicale e si sposta passivamente con i movimenti della colonna cervicale, è semplice comprendere la correlazione tra alterazione del tratto cervicale e produzione vocale. Parliamo di disfonie muscolo-scheletriche, se è presente alterazione della voce. Un'alterazione del tratto cervicale influirà sempre negativamente sulla produzione vocale, così come é vero il contrario, una produzione vocale alterata (per abuso o uso improprio) produrrà delle ripercussioni sul tratto cervicale e in entrambi i casi il diaframma sarà coinvolto per mezzo della connessione che si ha attraverso il sistema sospensore».
Il blocco diaframmatico ha molteplici cause: 1) tensione emotiva; 2) disturbi gastrici; 3) fisiologica progressiva perdita di elasticità delle fibre muscolari che tendono ad accorciarsi; 4) impropria gestione respiratoria nel canto o nella voce professionale o nella voce della conversazione quotidiana.
Abbiamo parlato di accorciamento delle fibre muscolari. L'effetto immediato è che diaframma resterà in un costante atteggiamento di inspirazione o "blocco inspiratorio"
Puoi renderti conto che il diaframma è in un costante stato tensivo se avverti: l'aumento dei sintomi legati al reflusso gastro-esofageo, difficoltà respiratorie, riduzione del flusso e della quantità dell'aria espirata (frasi parlate più corte, frasi cantate più corte, riduzione del volume e quindi delle dinamiche di intensità nel canto, inadeguata pressione sottoglottica).
Come intervenire?
se siamo in presente di una patologia, che va oltre il fastidio, si interpella il medico specialista, che somministrerà le cure farmacologiche e/o interverrà in altro modo opportuno. In altro caso ci si reca da un logopedista che interviene direttamente con una terapia dall'esterno. La persona che soffre si definisce paziente. La sua partecipazione è passiva.
Nel caso di "Libera la voce" come quando si affronta in altre discipline affini, olistiche, quali il breathwork, l'innerberathing o il rebirthing, e persino il counselling, ci si rivolge ad un terapeuta olistico che ci guida a guarirci noi stessi, senza medicine, ma solo con esercizio e con il confronto terapeuta-cliente/allievo. La persona che manifesta disagio è parte attiva della terapia. Diviene consapevole di se stesso.
Non si ottengono risultati subito, ma si ottengono risultati veri, duraturi, si diventa più forti. Dopo si ruggisce!!!
giovedì 3 dicembre 2015
Il Sole dentro...
Sentire dentro il Sole....perché c'è
Attraverso l'uso della propria voce prendiamo contatto con noi stessi, Dentro.
Grazie al Team di Libera la Voce, Grazie ai molti intervenuti dell'Uni3 di Pinerolo.
Non siamo in pausa, Stiamo lavorando dentro. Poi ci incontreremo il 5 gennaio sera in palestrina e il 13 mattina all'Uni3. Keep in touch. Con i miei cari amici e colleghi: concerto al Ninja Park il 12 dicembre a Frossasco. A presto per altri aggiornamenti!
angelica1212.oneminutesite.it
Attraverso l'uso della propria voce prendiamo contatto con noi stessi, Dentro.
Grazie al Team di Libera la Voce, Grazie ai molti intervenuti dell'Uni3 di Pinerolo.
Non siamo in pausa, Stiamo lavorando dentro. Poi ci incontreremo il 5 gennaio sera in palestrina e il 13 mattina all'Uni3. Keep in touch. Con i miei cari amici e colleghi: concerto al Ninja Park il 12 dicembre a Frossasco. A presto per altri aggiornamenti!
angelica1212.oneminutesite.it
Iscriviti a:
Post (Atom)