martedì 8 luglio 2014

Il terzo canto curativo taoista

Riempiamo i nostri occhi interiori di luce gialla, la luce del sole che in questi giorni si fa desiderare, poniamo le mani sul lato sinistro del nostro addome, sotto il costato, ed avvolgiamo di tepore la nostra milza, organo legato secondo gli antichi maestri cinesi ad un viscere particolare, lo stomaco. 
Quietiamo le tensioni emettendo una "ü" lunga lunga nell'espiro. Se non riusciamo a cantare il La maggiore, su 440 hertz, ascoltiamoci la Sonata in La maggiore per pianoforte K331 di W.A. Mozart. 
https://www.youtube.com/watch?v=kNJitmxzPMc

Visualizziamo il meriggio inoltrato, i campi dorati sfiorati dalla brezza del nostro pensiero, i monti che si accendono ancora di luce verso il calar del sole, come nella splendida poesia di Emily Dickinson:

«Inosservati s'allungano i monti -
le sagome di porpora levate
senza sforzo o stanchezza -
senza aiuto né plauso -
Sui loro volti eterni -
nell'oro che dilegua -
in perfetta letizia il sole indugia
cercando compagnia per la sua notte».

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