lunedì 17 luglio 2017

Oggi ho deciso: lascio andare. Che cosa?

(Tree of life - Gustav Klimt)

Lascio decadere la lotta ("Dropping the Struggle"… di Roger Houdsen) per amare la vita che ho.

«SCIALLA!»....
• Sì, lascio andare l'assurdità del voler essere perfetta di cui non sono nemmeno consapevole, lascio il voler riuscire ad essere al livello che il mio sé ideale si è inventato.
Lascio andare, è l'unico modo che ho imparato per uscire dal giudizio.
La vita ha sapore senza che lo cerchiamo, anzi per cercarlo non lo sentiamo più.
Se ci permettiamo di sentirla pienamente  non nella testa ma nella pancia, nel qui ed ora, avrà pienezza di significato.
«Pratica il ricordo del momento presente, ancora e ancora. Desidera stare dove di fatto sei. Per me è la più pregnante esperienza di significato che si possa avere». «Practice remembrance of the present moment, again and again. Be willing to be where you actually are. In my experience, that is the most inherently meaningful experience you can have». (Roger Housden)

• E' facile essere in relazione amorosa con qualcuno se stiamo in amore con noi stessi. Tuttavia...
«Essere soli ha molte sfumature di colore. Posso entrare in una stanza e riconoscere che ogni cosa è piena di vita: il divano rosso, le sedie, il tavolo da caffè con i libri poggiati sopra. Ogni cosa è viva con una presenza di esistenza. Se guardo al mondo con questi occhi – pensai – non sarò mai davvero solo. Appartengo a questa terra nello stesso modo in cui appartiene la quercia del giardino». (Roger Housden, sempre lui).
• Il tempo fa parte di questa vita.
Faccio così fatica ad essere per tempo. Ma se sono nella consapevolezza non c'è fretta e va tutto a posto. Com'è possibile?
«C’è una dimensione della nostra vita che vive nel tempo e un’altra dimensione che vive nella Presenza. Una dimensione di quiete e calma
. È da quest’ultima dimensione che proviene una conoscenza senza parole. Una conoscenza che ci dice cosa è necessario che sia fatto o cosa abbiamo bisogno di dire o che accada in un certo momento».(R.H.)
La conoscenza è degli altri, la saggezza dall'ascolto del Sè. Almeno così mi pare di afferrare. Non deriva dall'accumulare conoscenza.
• "La vita è una lotta"… uh quante volte me lo sono sentita ripetere.
Lottiamo soprattutto con noi stessi. Come se esistere non fosse abbastanza. Ok l'aggressività ma sento che dentro di me c'è una grande, più grande paura: quella di non farcela. E, ancora più profondamente, la paura di non avere nulla da offrire, nulla da dare. È per superare questa paura che cerchiamo di diventare speciali.
È la paura stessa che alimenta la lotta.  Insomma: la paura è roba mia, non esiste davvero, la sto autoalimentando. CONTRO DI ME? ma è cosa da pazzi!
«Sto esprimendo una aspirazione naturale a realizzarmi come persona oppure sto lottando contro la paura di essere un fallimento?»
Sapete che c'è? che non sono speciale. Va bene così!
Mi "accontento" di essere unica… come ciascuno di noi.
Abbiamo dei talenti speciali. Quando li realizzo sto bene. «La nostra vita sta nella realizzazione di queste potenzialità, qualunque queste possano essere» (R.H).
C’è una specie di paura (ANCORA!!!!) dietro al nostro desiderio di miglioramento: è il rifiuto di riconoscere che la vita – e noi stessi inclusi – non è perfetta. È semplicemente imperfetta.
E ora me la voglio assaporare!

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