lunedì 3 luglio 2017

«Son lividi e fiori che portiamo nel cuore…»

Intanto metto una foto di Arnica montana da cui si estrae un potente antinfiammatorio… un mio caro amico, farmacista che collabora con un mastro farmacista veneziano, ha realizzato un unguento talmente utile che è adottato dalla squadra di hockey ghiaccio nazionale locale!
Non vi dò ricette personali perché proprio non è il caso: alle alte concentrazioni, l’Arnica può provocare formazione di vescicole e necrosi cutanea. L’uso prolungato può determinare l’insorgenza di dermatiti in forma pustolosa.
Invece tornando al nostro cuore… eh sì sono lividi e fiori quelli che ci portiamo dentro, e che farebbe bene fare uscire fuori, con le canzoni, con il camminare, con il respiro, con i nostri bei talenti segreti, l'ortocultura, una passione extra ordinaria. Per sentirci più vivi. Ho cantato quasi ininterrottamente da giovedì a domenica, e sto bene.
«Fu solo dopo la malattia che capii quanto sia importante dire di sì al proprio destino. In tal modo forgiamo un Io che non si spezza quando accadono cose incomprensibili; un Io che regge, che sopporta la verità, e che è capace di far fronte al mondo e al destino. Allora, fare esperienza della disfatta è anche fare esperienza della vittoria. Nulla è turbato – né dentro né fuori – perché la propria continuità ha resistito alla corrente della vita e del tempo» (C.G. Jung).

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