martedì 25 luglio 2017

Quando amore è Amore?


Non mi piace litigare on line. Ma qualche volta dire ciò che penso lo sento impellente.
Sono reduce da una discussione in cui donne vittime decantano il grande amore che hanno avuto/dato. L'autodistruzione non è amore.
No, non è amore. Né quello che si esprime con violenza/stupro/stalking/percosse/pretese. Né quello che lo riceve. «Ama il prossimo tuo come te stesso» (Gesù). Se non sono capace di amare me, ccome amerò gli altri? Se l'amore non suscita reciprocità, non entra nel flusso, c'è qualcosa che non funziona. Se alimenta egoismo di chi dà (oh quanto sono bravo!) e di chi riceve (è giusto che mi ami/servi): che amore è?
Mi rispondono: «Eh l'amore che dici tu è ideale». No. E' quello reale. Che parte da me.
Tutti noi abbiamo un sè (inferiore): “mio, mio, mio…”. Anche per colmare dei vuoti, anche in modo apparentemente gentile, generoso, compassionevole.
Ma l’Amore ci spinge: è una forza divina che ci spinge oltre il nostro ego, oltre i limiti del nostro cuore.
Non è semplicemente l'infiammarsi per qualcuno/qualcosa (eros), non è semplicemente l'attrazione sessuale. Non è il sentire più o meno immaginario che vi sgorherà dal cuore leggendo queste parole. E' Altro.
Non è riempire la giornata di fare. Senza essere.
E'.
Quanto è ampio il nostro cerchio di compassione, quanto ci siamo presi onestamente cura del nostro cuore e chi potremmo curare, infine, nella nostra vita?
Mi piace questo brano di Omid Safi e ve lo passo. E ringrazio: non avrei avuto parole più belle.
«Se questo cerchio riguarda solo noi è una forma di egoismo. L’amore ci spinge al di là. L’amore si diffonde oltre, verso la nostra famiglia, i nostri vicini, i nostri amici. Ma non deve fermarsi qui. Allarga il cerchio dell’amore.
Se il cerchio delle tue preoccupazioni riguarda solo una famiglia (la tua): è nepotismo.
L’amore mette il benessere di molte famiglie davanti alla propria. Ma non si ferma qui. Allarga il cerchio dell’amore.

Se il cerchio delle tue preoccupazioni riguarda solo un popolo: è tribalismo.
L’amore può portare insieme popoli che vivono dentro confini immaginari.  Ma non si ferma lì. Allarga il cerchio dell’amore.

Se il cerchio della nostra compassione si ferma ai confini della nostra nazione: è nazionalismo rabbioso.
Invece di essere protetti da un confine nazionale, abbracciamo un’intera comunità religiosa e da lì muoviamoci verso il globale e l’universale: non dobbiamo comunque fermarsi. Allarga il cerchio dell’amore.

Se il cerchio della nostra compassione si ferma ai confini di una comunità religiosa (e non va oltre)
è fanatismo religioso.

Dobbiamo continuare a spingere, approfondire, allargare il cerchio dell’amore. Quando l’amore arriva abbraccia tutta l’umanità senza eccezioni. Quando ogni vita umana, senza distinzioni di genere, colore, ricchezza, nazionalità, credo religioso viene abbracciata ci siamo elevati oltre i ristretti confini dell’egoismo, del nepotismo, del nazionalismo, del fanatismo religioso per arrivare ad un luogo che è degno di noi, degno d’amore.
Eppure non dobbiamo fermarci qui. Allarga il cerchio dell’amore.
Se ci occupiamo solo della vita umana, allora cerchiamo la supremazia dell’umanità. In qualche modo, in qualche forma, dobbiamo arrivare a condividere l’amore con ogni essere senziente. In qualche modo dobbiamo arrivare a vedere che la terra stessa è viva.
Che, sì, le colline sono vive con il suono della musica. E così sono le nuvole, i colibrì, le onde, l’alba, La foglia che cade in autunno, la formica nera che cammina tranquillamente sulla roccia di notte, la neve che cade silenziosamente nel vento.
In qualche modo dobbiamo arrivare a comprendere che siamo connessi. Non possiamo essere chi siamo se la natura non è più ciò che dovrebbe essere. È un cerchio d’amore perché un cerchio finisce proprio dove inizia. Non possiamo amarci se l’amore non ci spinge oltre noi stessi, all’angolo più distante del cosmo, e poi torna a noi. Ma il “noi” che torna non è più l’ego-sé da cui siamo partiti.
In ultima analisi, l’amore ha un mandato: rimanere radicato, fondato, servendo le persone vicine ma andando oltre, verso il globale, l’universale, il cosmo. L’amore rifiuta i confini, li annulla. L’amore cancella le frontiere come le ombre scompaiono nella luce, come la nebbia evapora alla luce del sole. L’amore è divino e l’amore ama tutto ciò che è Dio.  Cioè … Tutto.
Dobbiamo ricordare chi siamo e di chi siamo.
Abbiamo bisogno di ricordare di chi siamo stati, chi siamo, e di chi saremo ancora.
(…) Profondamente dentro di noi c’è una capacità che contiene l’intero universo. È in profondità nei nostri cuori perché è fatta ad immagine del Signore dell’intero universo.
Come diceva Martin Luther King "Se vogliamo avere pace sulla terra, la nostra lealtà deve essere ecumenica piuttosto che nazionale. La nostra lealtà deve trascendere la nostra razza, la nostra tribù, la nostra classe e la nostra nazione; e questo significa che dobbiamo sviluppare una prospettiva del mondo. Nessuno può vivere da solo. Nessuna nazione può vivere da sola, E tanto più cercheremo di farlo, tanto più avremo la guerra in questo mondo"».

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